TEATRO DELLE ARTI

IL FIGLIO

A TEATRO

IL FIGLIO
di Florian Zeller, traduzione di Piero Maccarinelli
Regia: Piero Maccarinelli
Con: Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno


Il testo di Florian Zeller fa parte di una trilogia Il padre, La madre, Il figlio testi non collegati fra loro se non dal numero dei personaggi (6) e dalle implicazioni umane e sociali.
La trama inizialmente è semplice: Nicola frequenta l’ultima classe del liceo e vive a casa della madre Anna. Suo padre Piero ha appena avuto un altro figlio con la sua nuova compagna Sofia. Anna informa il padre che Nicola da tre mesi non ha più frequentato il liceo e secondo lei ha una depressione adolescenziale. Piero ne parla con Nicola che esprime il desiderio di andare a vivere da lui e Sofia. Piero a quel punto decide di cambiare la scuola a Nicola e si da da fare per quanto può per ridare a Nicola il gusto di vivere. Qui mi fermo con quello che Zeller ci riserva.
La trama è semplice ma non il tessuto di emozioni, la voglia di svelare quel che spesso troppo spesso si nasconde. Sono le prime scene di un testo capace di conquistare grazie non solo alla bellezza del linguaggio ma alla capacità di introspezione, ai rimandi fra un personaggio e l’altro, al manifestarsi delle loro debolezze delle loro incapacità di capire se stessi e gli altri. La vita in tutte le sue sfaccettature per piantare uno specchio nel cuore a tutti i genitori di un figlio adolescente. Non voglio svelare il grande colpo di scena del finale che spero emozioni gli spettatori.